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Incontri ravvicinati del terzo tipo in Italia

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2006 15:26
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20/12/2006 15:26
 
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In queste pagine troverete i casi di avvistamento o rapimento di casa nostra. Ciò per far comprendere a tutti che non si tratta esclusivamente di un problema americano o russo ma di un pericolo che ci coinvolge personalmente.

IL CASO CECCONI

Sull'aeroporto di Treviso il 18 giugno 1979 un pilota militare (il m.llo Giancarlo Cecconi) al rientro da una missione addestrativa, veniva guidato dal radar di Istrana verso un oggetto sconosciuto che era apparso improvvisamente sugli schermi.

L'oggetto veniva avvistato e ripreso con la cinemitragliatrice di bordo.

Di quell'episodio non si è mai voluto parlare: la pellicola originale è sparita e tutto è stato archiviato.

Nessuno ha visto nulla, l'opinione pubblica è stata tenuta all'oscuro di tutto ed al pilota è stato "consigliato" il silenzio.

Si è concluso poi che l'oggetto avvistato era un pallone giocattolo.


IL CASO MARCELLETTI

Nel settembre 1971 il Comandante Salvatore Marcelletti mentre stava volando su un aviogetto militare da addestramento sul cielo della Puglia fu investito da una luce bianca intensissima che, dopo pochi secondi, divenne improvvisamente rossa per diventare, dopo una manciata di secondi, più sfumata e passare all'arancione, al giallo ed infine ad una sorta di verde sempre molto intenso.

Quando il comandante sollevò lo sguardo vide sopra di lui un oggetto di dimensioni tali da occupare l'intero campo visivo tranne la parte anteriore, dove si vedeva nettamente il contorno, circolare, dell'oggetto.

Marcelletti non ebbe neppure il tempo di chiedesi che cosa diavolo fosse quell'affare che, con una accelerazione inimmaginabile, scomparve nella notte.


Si tratta di un incontro ravvicinato tra il metronotte Fortunato Zanfretta, di anni 26, sposato e con due figli, ed un essere enorme alto circa tre metri con la pelle ondulata, come se fosse grasso o tuta molle, colore della pelle grigio.

Tale incontro sarebbe avvenuto nel dicembre del 1978 a Torriglia, un paesino sulle alture di Genova.

L'avvistamento viene riportato da alcuni giornali genovesi tra cui "Corriere Mercantile" e "Secolo XIX" potete facilmente capire in quale modo...!

Il racconto di Zanfretta (dal suo libro "il caso Zanfretta" di Rino Di Stefano De Ferrari Editore) è chiaro e senza possibilità di dubbi o errori.

"Mercoledì 6 dicembre, verso le 23,30, mi sono recato a Marzano per il solito giro di ispezione. A distanza ho visto 4 luci che si muovevano nel prato circostante la villa. Ho pensato subito a dei ladri ed ho provato a chiamare via radio la centrale per avvertire, ma anche la radio si era misteriosamente ammutolita. Il cancello era aperto e mi sono avvicinato per cogliere i ladri di sorpresa. E' stato allora che mi sono sentito spingere e mi sono voltato di botto con la pistola spianata e la luce accesa. Ho visto qualcosa che mi ha fatto accamponare la pelle. Era un essere mostruoso, spaventoso e molto alto. Per vederlo in viso ho dovuto alzare la pila ed ho calcolato che non poteva essere meno di tre metri. Sono corso via ma ho avvertito una luce alle mie spalle. Mi sono voltato e sono rimasto abbagliato da un veicolo di forma triangolare ma molto piatto che si alzava da dietro la villa con un sibilo. Era molto luminoso e più grande della stessa casa. la luce era tanta che ho dovuto ripararmi gli occhi con il braccio. Si è sviluppato un forte calore tutto intorno."

Questo racconto Zanfretta lo ripetè anche ai Carabinieri che fecero le indagini immediatamente scoprendo "segni ben visibili dell'atterraggio di un UFO".

Dopo questo primo racconto Zanfretta fu sottoposto a varie sedute di ipnosi da parte del Dott. Moretti dove rivelò altri particolari dell'incontro.

Zanfretta non ebbe solo questo incontro con gli "alieni" ma molti altri: il 27 dicembre 1978, la notte del 30 luglio 1978, la notte del 2 dicembre 1979, il 12 febbraio 1980 ma di questi il metronotte non ricorda nulla a livello cosciente.

Con l'ipnosi condotta su di lui, con il suo permesso, da vari dottori specialisti sono venute fuori molte altre considerazioni ma queste prove non sono oggettive.

Ciò che molti non sanno di questo caso è che il metronotte ebbe tanto rumore apparendo anche nella trasmissione, allora molto popolare, "Portobello" poi in "Antenna Tre" ed in varie interviste su riviste, rotocalchi o Tv private. Ma di ciò non ci guadagnò mai nulla!

Del suo caso si interessarono i Carabinieri, la Polizia e la Magistratura. Misteriosamente, un'inchiesta che la Procura della Repubblica di Genova voleva aprire sugli "incontri ravvicinati" di Zanfretta fu insabbiata ancora prima di partire.

Tutto questo per un "mitomane", "un povero idiota", "un raccontaballe"?

IL CASO LONZI

Dalle parole del testimone Valerio Lonzi così come sono apparse su vari giornali all'epoca del racconto (1993).

"Ero un ragazzo di poco più di 15 anni e frequentavo gli scouts con i quali facevamo diversi campi, quell'anno avevamo deciso di organizzarne uno a Reppia in località Pian della Biscia, una località montana tra Chiavari e Sestri Levante.

Proprio un bel posto per farci un campeggio. Era il penultimo giorno quando alla sera saranno state le 22/22,10 io e i miei amici abbiamo visto una sfera, grossa come una palla di bowling, che era appoggiata al suolo.

Questo strano oggetto, distante qualche decina di metri da noi, catturò la nostra attenzione per il colore verde chiaro che emanava: sembrava in effetti di vetro smerigliato e si scorgeva questa debole luce, ma chiara, scaturire dall'interno. Sembrava esserci un nocciolo più luminoso mentre mano a mano che si raggiugeva l'esterno, la sfera di vetro smerigliato diventava meno luminescente.

Io ed i miei amici abbiamo puntato la torcia contro quel coso e quello si è lentamente spento, fino a sparire del tutto.

Stupiti dell'accaduto ma anche incuriositi siamo andati sul luogo dell'avvistamento e abbiamo scorto nel terreno, proprio dove questa sfera sembrava poggiare, un'orma semisferica e profonda caratterizzata da un colore dell'erba giallastro che faceva invece contrasto con il verde intenso della vegetazione in quel periodo.

Grande fu il mio stupore quando misi una mano nell'orma tracciata dalla strana fonte luminosa e mi accorsi che la terra in quel punto era calda. Mi ricordo che pensai che la sfera doveva essere molto pesante per lasciare nel terreno un'orma così profonda.

Nessuno però fece stranamente caso a quella vicenda. In fondo non eravamo neanche sicuri di quello che avevamo visto ed eravamo in campeggio: volevamo divertirci!

Ci siamo dati appuntamento con altri ragazzi per le ore 24 per andare nel campo delle ragazze. Alle undici mi sono svegliato avevo caldo. Esco dalla tenda e scorgo un mio amico, addetto al fuoco, fermo con il collo penzoloni e sembrava che avesse tre sfere, come quella che avevamo visto prima, che gli giravano attorno.

Le tre sfere poi si mossero verso di me e si poteva vedere benissimo che dietro alle luci non c'era nessuno: le luci fluttuavano a mezz'aria verso di me!

Accesi d'istinto la mia torcia e la puntai contro le tre sfere. Appena colpite dal fascio luminoso persero luminosità fino a scomparire del tutto alla vista.

In quel momento il mio amico si risvegliò e si girò verso di me. Ci guardammo in silenzio e poi iniziammo a farci delle domande. Scopro che la mezzanotte è passata da un quarto d'ora, che la mia torcia è fulminata ed ha il vetro rotto.

Non sappiamo cosa è accaduto ma decidiamo di non parlarne a nessuno: tanto non ci avrebbero creduto.

Avevo già iniziato a dimenticarmi di tutto a casa ma dopo la doccia mia madre mi ferma e mi chiede che cosa avessi fatto alla schiena.

Io non ne sapevo nulla ma mia madre parlava di quegli strani segni che avevo sulla schiena. Mi guardo allora allo specchio e vedo tre cicatrici, come dei sottili fili rossi orizzontali collocati in fondo alla schiena, lunghi circa 15 centimetri e ben distanziati.

Quando andai dal dottore questi mi chiese quando e perchè fossi stato operato! Per lui questi segni erano delle cicatrici dovute a sutura!

Io non so niente solo quello che ho raccontato prima..."


Qui finisce il racconto di Valerio Lonzi. Quello che poi ha raccontato sotto ipnosi regressiva non sappiamo se sia la verità o meno, non ci sono ancora prove certe che quello che i rapiti raccontano sotto ipnosi sia la verità oppure un sogno onirico stimolato dalle parole dell'inquisitore o del dottore.

Quello che è certo è quello che il testimone ci racconta in modo cosciente e con testimoni che possono comprovare quello che ha visto.


Notizie prese da www.misteriufo.it/casi_celebri_italiani.htm










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