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[Serial Killer] Jeffrey Dahmer: il mostro di Milwaukee

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2006 12:16
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27/12/2006 12:10
 
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22 luglio 1991. Una pattuglia di ronda nel quartiere Oxford di Milwaukee vede un uomo di colore fuggire, come impazzito, con un paio di manette ai polsi: il suo nome è Tracy Edwards. Sottoposto a un immediato interrogatorio, racconta ai poliziotti una storia terribile e difficile da credere: tuttavia riesce a convincerli a recarsi nella casa da cui è appena fuggito.
Sulla soglia dell'appartamento 213 gli agenti trovano un distinto signore sulla trentina, biondo, baffuto, tranquillo, che mostra loro la sua dimora pulita e ordinata, ma terribilmente puzzolente. Pochi minuti d'ispezione bastano per capire. Il capitano della polizia, Philip Arreola che, quando entrò nella casa di Dahmer, si trovò di fronte uno spettacolo agghiacciante: membra divelte tenute in casse di legno, tre teste conservate qua e là, alcune in frigorifero (tre per la precisione) e altre tre in cima all'armadio. Sconvolte da questo spettacolo, le forze dell'ordine procedettero ad una perquisizione dettagliata e minuziosa di ogni centimetro quadrato dell'antro banalmente arredato del mostro. Venne fuori di tutto, fra cui, oltre agli agghiaccianti "strumenti di lavoro" di Dahmer (secchi di metallo, seghe, coltelli da macellaio e quant'altro), ossa e teschi umani conservati con cura, casse di acido piene di resti umani, genitali mummificati conservati dentro un cappello mentre nell'armadio venne rinvenuta una mano di uomo. Quello è il covo di Jeffrey Lionel Dahmer, da lì in avanti ribattezzato "Il mostro di Milwaukee".

Jeffrey Dahmer nasce a Milwaukee il 21 Maggio 1960,Il germe della sua violenza forse ha origine nell'infanzia. Nato in una famiglia difficile - i genitori si separano presto - a 8 anni subisce violenza sessuale da un vicino. Verso i 10 fa strani esperimenti di biologia, nei quali decapita criceti e appende teschi di cani.Il primo vero omicidio (di cui lo accuseranno dopo l'arresto) risale al 1978: vittima, l'ignaro autostoppista Steven Hicks, ucciso a sprangate, asfissiato e infine smembrato. Dahmer, rimasto impunito, parte per il militare nel 1979. Nella località tedesca dove si trova, si verificano 3 omicidi con macabre mutilazioni, rimasti senza colpevole...Al suo rientro negli States si segnala alla giustizia per atti osceni e molestie sui minori: condannato a un anno, viene sottoposto a terapie psichiatriche intensive. Al termine della reclusione rimedia un tranquillo lavoretto in una fabbrica di caramelle, ma qualcosa in lui continua a non funzionare, nel Settembre 1987 infatti la sua follia omicida riprende a colpire con inaudita ferocia. Quella di Steven Tuomi è la prima di una serie di sparizioni "sospette", intensificatasi tra il 1990 e il '91. Ma chi era in realtà questo essere mostruoso che rispondeva al nome di Jeffrey Dahmer? Une personalità squilibrata e stravolta, ovviamente, anche se non folle nel senso psichiatrico del termine (e infatti la processo non venne ritenuto tale ma capace di intendere e volere). Dahmer aveva numerosi disturbi sessuali: pur essendo un omosessuale, detestava questa categoria, soprattutto se si trattava di uomini di colore. Fortemente alcoolizzato e facilmente suggestionabile era ossessionato dal dominio e dal controllo, sia mentale che fisico. Adescava i suoi partner nei bar per omosessuali ed era spinto dall'ossessivo impulso di ricercare rapporti sadomaso che, nel caso degli omicidi, finivano con la morte per strangolamento della vittima (previa somministrazione di birra drogata all'insaputa dei partner). Dopo il suo arresto e una volta finita la conta delle vittime, si arrivò al probabile numero dei suoi omicidi: quindici. In seguito, però, l'imputato Damher ne confessò altri due, per le quali non è mai stato possibile trovare prove sufficienti per poterlo condannare. Bisogna poi specificare che Dahmer, per smembrare i suoi cadaveri, usava solo strumenti manuali e non invece, come più volte si è erroneamente detto, seghe elettriche o altre diavolerie simili, dato che, per niente stupido, si premurava di non far insospettire i vicini di casa. Dahmer naturalmente era anche un necrofilo. Si dice che fin da piccolo fosse ossessionato dalla morte e che andasse in giro per le strade a cercare animali morti da sezionare. Avendo praticato il cannibalismo, conservava come detto i resti delle sue vittime, collezionando le loro ossa e mangiando parti delle carni dei suoi amanti assassinati. Durante il processo, straziante per i parenti delle vittime, Dahmer ascoltava impassibile ogni accusa, spesso aggiungendone dettagli raccapriccianti. Pur essendoci quel buco di due vittime, bastarono comunque le altre quindici a spedirlo all'ergastolo. Scampò alla pena di morte perché in Wisconsin non è prevista. Ma Jeffrey Dahmer ha comunque trovato la morte in carcere, per mano di un ergastolano che gli ha sfondato il cranio nelle docce della prigione. Prima di essere recluso, numerosi detenuti avevano già manifestato la volontà di non volerlo con loro, dichiarazioni che di fatto rappresentavano una sotterranea minaccia di morte. Il 28 novembre 1994 Christopher Scarver, detenuto per omicidio della moglie, raccolse il testimone e uccise Dahmer a bastonate con la convinzione di eseguire una volontà divina. Dopo la sua morte, le autorità hanno voluto che il suo cervello fosse donato alla scienza, nella speranza (o illusione), che un giorno attraverso il suo studio, divenga possibile capire l'origine degli orrendi crimini di cui si è macchiato. Nel 1996, per aggiudicarsi ciò che rimaneva della casa degli orrori dove viveva il mostro di Milwaukee, un industriale americano offrì ben 407 mila dollari. Il suo scopo? Per evitare la mitizzazione di un criminale e la speculazione su strumenti di tortura, avrebbe voluto comprarsi tutte le macabre "reliquie" e poi distruggerle. Nonostante la congrua offerta, il mecenate dovette scontrarsi con i familiari delle vittime che, secondo quanto disposto dalla legge, dovevano essere gli unici beneficiari dell'alienazione dei beni di Dahmer. Questi preferirono la vendita all'asta, certi che avrebbe fruttato di più.














"IN SORTE DIABOLI"


27/12/2006 12:16
 
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non so se fa più paura il serial killer o i parenti delle vittime che speculano sulle ossa e sugli altri resti dei loro cari morti in tragiche circostanze.
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