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[Serial Killer] Leonarda Cianciulli: La saponificatrice di Correggio

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2007 09:08
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19/01/2007 17:00
 
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"Ero una bambina debole e malaticcia, soffrivo di epilessia, ma i miei mi trattavano come un peso, non avevano per me le attenzioni che portavano agli altri figli. La mamma mi odiava perché non aveva desiderato la mia nascita. Ero una bambina infelice e desideravo morire. Cercai due volte di impiccarmi; una volta arrivarono in tempo a salvarmi e l’altra si spezzò la fune. La mamma mi fece capire che le dispiaceva rivedermi viva. Una volta ingoiai due stecche del suo busto, sempre con l’intenzione di morire, e mangiai due cocci di vetro: non accadde nulla”. Cosi' descriveva la sua infanzia Leonarda Cianciulli,passata alla storia per i tre omicidi (numero minimo per essere riconosciuti come Serial Killer) compiuti con incredibile freddezza, ma anche per le sue dichiarazioni in tribunale e soprattutto per il suo memoriale: "Confessioni di un'anima amareggiata".Un libro di 700 pagine, una sorta di autobiografia che la Cianciulli scrisse dopo la condanna, narrando la propria storia e riportando fedelmente le descrizioni degli omicidi da lei compiuti.Su di quel libro, processo a parte, si basa tutto ciò che si conosce della storia della Saponificatrice di Correggio.

Leonarda nasce a Montella di Avellino nel 1893, concepita in seguito a una violenza carnale subita da Emilia Di Nolfi. Emilia sarà costretta a sposare il suo violentatore e odierà per sempre quella creatura, anche dopo aver divorziato ed essersi risposata con Mariano Cianciulli, dal quale avrà altri figli.
Leonarda è una bambina debole, malaticcia ed epilettica ed è maltrattata dalla madre, mentre i fratelli la isolano e la trattano allo stregua di una paria, ebbe 17 gravidanze, ma le sopravvissero solamente 4 figli. Probabilmente disperata da tante perdite, questi 4 bambini divennero per lei un’ossessione. Nel 1939, Giuseppe, il figlio maggiore da lei prediletto, che studiava lettere all’Università di Milano e lavorava come istitutore al Collegio Nazionale di Correggio, fu chiamato a prestare il servizio militare e la minaccia dell’entrata dell’Italia in guerra era sempre più incombente. Bernardo e Biagio, invece, frequentavano il ginnasio, e Norma, l’ultima figlia, andava all’asilo. Nella Cianciulli cominciarono a farsi strada pensieri sempre più tormentati, tanto che decise che per salvare la vita dei suoi figli avrebbe dovuto fare dei sacrifici umani. Sembra che anni prima si fosse fatta leggere la mano da una zingara e che questa le avesse detto: “Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti i figli tuoi moriranno”. Quindi si era rivolta a un’altra zingara ancora, che le aveva detto: “Vedo nella tua mano destra il carcere e nella sinistra il manicomio”. Di quei momenti così tragici ricordava alcuni pensieri: “Non posso sopportare la perdita di un altro figlio. Quasi ogni notte sogno le piccole bare bianche di quegli altri, inghiottiti uno dopo l’altra dalla terra nera… per questo ho studiato magia, ho letto libri che parlano di chiromanzia, astronomia, scongiuri, fatture e spiritismo: volevo apprendere tutto sui sortilegi per riuscire a neutralizzarli”.Leonarda si rivela un'ottima "apprendista", in poco tempo diventa una maga rinomata nella zona. Fa gli oroscopi e legge le carte alle amiche e alle persone (soprattutto donne sole) che si recano nel suo studio magico, ma la Saponificatrice fa le carte anche su se stessa, nella speranza di conoscere il destino di Giuseppe.Una notte i sogni spaventosi di Leonarda scompaiono e al loro posto appare una Madonna. In braccio porta un Gesù bambino nero e spiega alla donna cosa deve fare: ci vogliono dei sacrifici umani per salvare i suoi figli.La novella maga decide così di passare al setaccio tutte le proprie clienti, fino a quando non trova tre potenziali vittime che fanno al caso suo: tre donne sole, mature e disposte a tutto pur di cambiare la loro triste e noiosa vita a Correggio.
È il momento di agire.
La prima vittima si chiamava Faustina Setti. La Cianciulli le disse di averle trovato un marito a Pola, le consigliò di vendere tutto, ma si raccomandò con l’amica di non parlarne con nessuno perché avrebbe potuto scatenare delle invidie. Il giorno della partenza, Faustina si recò a casa sua per salutarla. Dato che Faustina era semi analfabeta, Leonarda le offrì il suo aiuto, invitandola a scrivere alcune lettere e cartoline per amici e parenti che avrebbe poi spedito da Pola, nelle quali diceva di stare bene e che tutto procedeva per il meglio. L’amica però non giunse mai a destinazione. Quel giorno stesso, la Cianciulli la finì a colpi di scure e la trascinò in uno stanzino. Qui sezionò il cadavere e fece colare il sangue in un catino. A tal proposito, nel suo memoriale, scrisse: “Gettai i pezzi nella pentola, aggiunsi sette chilogrammi di soda caustica, che avevo comperato per fare il sapone, e rimescolai il tutto finché il corpo sezionato si sciolse in una poltiglia scura e vischiosa con la quale riempii alcuni secchi che vuotai in un vicino pozzo nero. Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno, lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, e mescolai il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe e io”.
Qualche giorno, dopo il suo primo omicidio, mandò il figlio Giuseppe fino a Pola affinché imbucasse le lettere della vittima per farle giungere ai destinatari con il timbro postale giusto e vendette i suoi indumenti.La seconda vittima si chiamava Francesca Soavi, sognava anche lei di andar via da Correggio, ma non sperava nel matrimonio e si sarebbe accontentata di trovare impiego in un altro luogo. Leonarda le disse di averle trovato un lavoro nel collegio femminile di Piacenza. Francesca accettò con gratitudine e la mattina del 5 settembre 1940 raggiunse l’amica per salutarla. La Cianciulli convinse la donna, senza fatica, a scrivere due cartoline che avrebbe dovuto spedire da Correggio per annunciare ai conoscenti la partenza evitando di far capire ai ficcanaso la destinazione. Posata la penna, Leonarda, come da copione, si avventò sulla donna e l’uccise. Da questo omicidio però guadagnò solo le 3000 lire che la vittima aveva con sé. Per ricavare maggiori guadagni, i giorni successivi Leonarda disse che era stata incaricata da Francesca a vendere tutti i suoi beni e i mobili. Giuseppe, su incarico della madre partì per Piacenza e spedì le cartoline.
La terza e ultima vittima fu un’ex-cantante lirica, cinquantatreenne, costretta a vivere in miseria. Si chiamava Virginia Cacioppo.Con lo stesso metodo, Leonarda le propose un incarico a Firenze, come segretaria di un misterioso dirigente teatrale che, magari, avrebbe potuto reintrodurla nell’ambiente. Pregò anche questa di non farne parola con nessuno, dicendole che l’uomo era stato suo amante e che se si fosse sparsa la voce che lei lo vedeva ancora la sua famiglia l’avrebbe disprezzata. Virginia, entusiasta della proposta, mantenne la promessa e il 30 settembre 1940 si recò da Leonarda. Di lei la Cianciulli disse: “Finì nel pentolone, come le altre due… la sua carne era grassa e bianca, quando fu disciolta aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose accettabili. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce”.A incastrare Leonarda Cianciulli non saranno né un errore madornale né un investigatore geniale, come succede in tutte le storie di assassini seriali, ma saranno bensì una parente impicciona e un prete avido.
Il 30 settembre 1940, prima di sparire, la Cacioppo era stata seguita da una cognata, curiosa di sapere perché Virginia le aveva venduto tutti i vestiti. La donna, non vedendo più uscire Virginia dalla casa in Via Cavour, si insospettisce e mette in guardia la questura. La questura stessa, poco tempo dopo, durante dei controlli, incappa in un Buono del Tesoro della Cacioppo, depositato alla Banca di San Prospero da un prete di campagna.Interrogato dagli inquirenti il parroco confessa di aver comprato il Buono da A. Prosperi, amico-amante della Cianciulli.Leonarda è alle strette. Il questore vuole spiegazioni, ma è nuovamente la Madonna con il Gesù nero ad apparirle in sogno e a dirle di confessare tutto.Durante il processo (1946), la mamma assassina, sarà costretta nuovamente a difendere l'adorato Giuseppe dall'accusa di averla aiutata negli omicidi.Gli inquirenti giustamente hanno diversi dubbi sulle possibilità che una donna di cinquanta anni, alta un metro e cinquanta e tarchiata, sia riuscita da sola uccidere e sezionare tre esseri umani.Così Leonarda, pur di salvare dalle accuse Giuseppe, propone alla corte di eseguire per loro ciò che ha fatto alle altre donne. A sorpresa il giudice accetta la proposta e vengono fatti portare nell'aula il cadavere di un vagabondo, un pentolone e una scure. In 12 minuti netti, sotto agli sguardi allibiti dei magistrati e degli avvocati, il vagabondo viene sezionato, smembrato e bollito per fare saponette. Leonarda è la sola colpevole. Il prete e il suo amante se la cavano con un'accusa di ricettazione.Leonarda Cianciulli venne condannata a 30 anni di reclusione e a tre anni di manicomio giudiziario. In carcere scrisse, lavorò a uncinetto e cucinò biscotti che nessuno aveva voglia di assaggiare. Riceveva le visite dei figli. Il 15 ottobre del 1970, morì nel manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli, stroncata da apoplessia cerebrale.


















"IN SORTE DIABOLI"


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20/01/2007 02:52
 
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ma è pazzesco!sono senza parole..come si possono fare cose simili!!









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REVERENDO
20/01/2007 08:27
 
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Questa davvero ha impressionato pure me...Magari gli altri serial di cui ho scritto erano piu feroci... ma la lucidita' di questa nel raccontare e' incredibile... il pezzo poi dove dice "Quella donna era veramente dolce" quasi con ironia e' davvero da non crederci









"IN SORTE DIABOLI"


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ACIDISSIMA
20/01/2007 09:08
 
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[SM=g27837] Assurdo [SM=g27837]


morì nel manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli



Io vivo a Pozzuoli [SM=g27820]: e non avevo mai sentito sta cosa [SM=g27820]:








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