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I fiori del male - Baudelaire

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2007 03:30
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Sesso: Femminile
20/01/2007 03:30
 
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I fiori del male è una raccolta poetica di Charles Baudelaire (1821-1867). Fu pubblicata nella primavera del 1857 in una tiratura di 1320 esemplari e comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: "Spleen et ideal", "Les fleurs du mal", "La revolte", "Le vin" e "La mort".

L'opera venne immediatamente censurata perché la forma poetica e i temi trattati fecero scandalo, così come il primo titolo dell'opera "Les lesbiennes". Nel 1861 uscì in 1530 esemplari la versione aggiornata dell'opera dove Baudelaire rimosse le sei liriche accusate e le sostituì con altre 35 dividendo l'opera diversamente e aggiungendo la sezione "Tableaux Parisiens".



L'opera può a ragione considerarsi alla base della poesia moderna grazie allo straordinario contributo che Baudelaire fornisce unendo il suo gusto parnassiano per la forma con i contenuti figli di un tardo romanticismo ma spinti all'estremo dal gusto del poeta, temi quali la morte, l'amore e lo slancio religioso vengono estremizzati col gusto dell'orrore, il senso del peccato e il satanismo. Tra i componimenti più riusciti dell'opera sono senza dubbio da citare "Spleen78", "L'albatro", "Corrispondenze" (che anticipa temi tanto cari al decadentismo).

A detta dello stesso Baudelaire l'opera va intesa come un viaggio immaginario che il poeta compie verso l'inferno che è la vita. Nella prima sezione "Spleen et ideal" Baudelaire esprime lo stato di malessere del poeta (figura fondamentale nella sua produzione). Egli è uno spirito superiore capace di elevarsi al di sopra degli uomini e di percepire con la sua sensibilità innata le segrete corrispondenze tra gli oggetti, i profumi e gli elementi della natura (Correspondances), ma proprio a causa delle sue capacità il poetà è maledetto dalla società (Benedition) e diventa oggetto di scherno per gli uomini comuni. Baudelaire sceglie l'albatros per simboleggiare questa condizione, come il grande uccello marino infatti, il poeta si eleva ai livelli più alti della percezione e della sensibilità ma una volta sulla terra ferma non riesce a muoversi proprio a causa delle sue capacità (paragonate alle ali dell'albatros). La causa della sofferenza del poeta è lo spleen (letteralmente "milza"), un angoscia esistenziale profonda e disperata che lo proietta in uno stato di perenne disagio che Baudelaire descrive in ben quattro splendidi componimenti tutti col titolo di "Spleen".


A die poco affascinante [SM=g27836]









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