00 11/01/2007 22:42
Lo sfogo del marito di Raffaella che accusa i magistrati e la famiglia della moglie
"I fratelli le avevano voltato la faccia. Il procuratore mi ha messo in croce"
E Azouz minaccia vendetta
"Quelli ora li uccido io"
dal nostro inviato ENRICO BONERANDI


Azouz Marzouk
ERBA (COMO) - Non ci sono più se e ma. Nel salotto della casa del cugino, Azouz guarda fisso la grande tv al plasma che manda e rimanda, a ogni tg, la faccia di Rosi e Olindo nel cortile di via Diaz, e inizia improvvisamente a parlare. Con la voce bassa, grave, come al solito. Le parole, però, sono di fuoco: "Io sono civile? No, basta, sono uno che vive per la vendetta. Se faccio una minchiata e finisco in carcere dove sono quei due, li uccido con le mie mani. Pannella sta scioperando perché vuole levare la pena di morte. No, la giustizia è che se uccidi devi essere ucciso. Che li tengano in isolamento anche sei mesi nel reparto degli infami, poi gli faranno fare il giro delle carceri. Io so come funziona".

"Extracomunitario, mi chiamavano quei pezzi di merda? Sono piene di extracomunitari le carceri e vedranno finalmente che uomini siamo. Dicono che dentro gli altri detenuti han giurato già che gli fanno la pelle. Non hanno scampo. Se non ci pensano gli altri, lo farò io. Non me ne vado dall'Italia. Seppellisco i miei e torno qui".

Qualche ora prima gli hanno comunicato che la procura di Como ha rilasciato il nullaosta per i funerali. Azouz legge e rilegge sul cellulare i messaggini d'amore di Raffaella ("amore, quando non ci sei è un vuoto grande", "prendi la vita con un sorriso") ma stavolta non ne trova conforto. Gli si inumidiscono gli occhi. Ma è un momento, perché stavolta è l'odio, il risentimento che gli esplodono dentro. Per tutti: per gli inquirenti che lo hanno accusato ingiustamente, per la gente che ancora adesso diffida di lui, per i Castagna (i due fratelli di Raffaella, soprattutto) che non lo hanno mai voluto accettare.

"L'hanno abbandonata, i fratelli e gli amici di Raffa. Ma che fratelli, ma quali amici? Lei ci ha sofferto come una matta fino all'ultimo giorno di vita. Le hanno voltato tutti la faccia perché si era messa con me. E dopo che è morta non uno che sia venuto a dirmi mi dispiace, a farmi le condoglianze. Azouz, il tunisino. Uno che gli hanno distrutto tutto, la vita, i progetti. Uno che non ha più niente senza sua moglie e suo figlio. Uno che è andato in galera innocente. Ma anche se fossi stato colpevole, ho pagato e allora? Non potevo ricominciare?"

"Mio figlio è stato ammazzato che aveva solo 2 anni 3 mesi e due giorni. Ma anche questo poco tempo io non l'ho avuto per me. L'avrò visto al massimo sette mesi. Sette mesi e le poche ore di visita nel parlatorio della galera, perché Raffa veniva sempre e mi portava Youssef. Povera Raffa, lei sì che non mi ha mai abbandonato, che mi ha creduto".

Solo di Paola, la suocera, Azouz parla con affetto: "L'unica della famiglia che mi è venuta a fare gli auguri il giorno del matrimonio. I funerali li faranno sabato e io, se non sono ancora partito con i corpi di Raffa e Youssef, ci sarò. Loro, i Castagna, hanno detto che non verranno in Tunisia. Pazienza, ho fatto la mia vita fino ad adesso senza di loro. Carlo, il padre, sono sicuro che sarebbe venuto, se non avesse problemi di salute. Ma gli altri. Carlo, quando verrà, vedrà chi siamo noi. Lo affogheremo nei gesti belli, capirà che non siamo andati via perché eravamo dei miserabili".

Un attimo di vanità: "Ho letto sui giornali che sono vestito elegante perché sono uno spacciatore. Mi vestivo bene anche in Tunisia, io sono sempre così".
In tv si sente la voce di Olindo, registrata da un'emittente locale. Azouz è quasi ipnotizzato dallo schermo. La moglie del cugino interviene: "Sono dei pazzi quelli, dei maniaci. Una volta vado da Raffa di pomeriggio e la moglie si è messa a urlare perché facevo rumore camminando con i tacchi alti. Un'altra volta mi ha rincorso perché avevo lasciato sulla porta il passeggino della mia bambina".

Azouz: "Sono arrivato una sera a casa mentre quella donna stava prendendo Raffa per i capelli. Ho dovuto strappargliela di mano. Maledetta". L'ultimo sfogo è contro i carabinieri e il procuratore di Como: "Gli ho detto in faccia: tu non sai fare il tuo mestiere. Hai fatto credere che ero io l'assassino, quando bastava fare una telefonata per sapere che ero in Tunisia. Poi hai perso tempo con la pista degli extracomunitari. E io te l'avevo spiegato subito che o erano quei due oppure i calabresi a cui avevo fatto uno sgarbo in carcere. Già, ma per voi se sei extracomunitario sei colpevole". Poi ci guarda: "Gli italiani sono così, eppure è gente che è emigrata in tutto il mondo. Lo so che non siete tutti uguali. A Milano, magari è diverso. Ma qui, in Brianza, è dura, proprio dura".

(11 gennaio 2007)









"IN SORTE DIABOLI"